FRAGILITA': OSSERVAZIONI E PROPOSTE

DIPENDENZE - SALUTE MENTALE - DISABILITA' - NON AUTOSUFFICIENZA

Il lavoro di indagine sulle aree della fragilità (dipendenze, salute mentale, disabilità e non autosufficienza) oltre ad aver evidenziato specifiche criticità e proposte illustrate negli specifici documenti, ha richiesto una ulteriore riflessione sugli aspetti comuni, sulle connessioni tra sistemi, risorse  e modelli, sui quali è possibile agire per migliorare.

Le osservazioni e proposte, sinteticamente illustrate, sono finalizzate  a concorrere al lavoro di definizione di politiche di salute per il nostro territorio  quale approdo finale del progetto Salute in Piazza.

Premessa

 

L’evoluzione del quadro epidemiologico degli ultimi decenni ha portato ad estendere l’area delle patologie croniche e delle fragilità, allargando e rendendo sfumati i confini tra la popolazione generale e i soggetti fragili. Un offerta sanitaria fondata su servizi specialistici indirizzati a specifici target risulta quindi insufficiente a fornire una risposta a una fragilità diffusa.

Ne consegue che le politiche di sostegno alle fragilità devono puntare, accanto alla qualificazione di servizi specifici per le diverse fragilità, ad una piena valorizzazione dei servizi sanitari rivolti a tutti i cittadini.

In particolare le cure primarie, e al loro interno i medici di famiglia, sempre più coinvolti nell’assistenza a questa tipologia di pazienti, devono essere messi nelle condizioni di svolgere un ruolo attivo nei percorsi di diagnosi e cura dei cittadini portatori di fragilità, assicurando loro il necessario supporto e sinergia con i servizi sociali e i servizi specialistici.

Osservazioni e proposte : 4 macro azioni

1) Le risorse:

scontando l'insufficienza delle risorse economiche, per altro aggravate dai tagli agli enti gestori e dalle modifiche di assegnazione (per budgettizzazione), emerge con forza la necessità di un diverso e migliore utilizzo di quelle ancora disponibili. Si ritiene utile operare per:

un trasferimento della spesa: dalla monetizzazione ai servizi e dalla residenzialità al territorio,

la flessibilizzazione nell'uso: superando le rigidità dei DRG

l'integrazione delle fonti (sanitarie, sociosanitarie, socio assistenziali)

la considerazione, nei percorsi di diagnosi e cura dei soggetti fragili, del ruolo dei servizi sanitari rivolti a tutti i cittadini, e in particolare del ruolo del medico di famiglia


2) il modello:

occuparsi delle fragilità significa mantenere uno sguardo alla complessa situazione della persona in stato di bisogno, ricomponendo su di essa le diverse tipologie di intervento per assicurare un'unicità di risposta.

L'intervento sanitario non è separabile dall'intervento sociale (e viceversa); quindi occorre potenziare tutti i fattori integrativi che riguardano la composizione della rete di cura, l'offerta dei percorsi terapeutico/riabilitativi, le diverse competenze professionali.

I modelli clinico organizzativi e i percorsi di cura devono essere differenziati in funzione della gravita e intensità dei bisogni degli assistiti.

3) la continuità delle cure:

la cura specialistica non può e non deve esaurire la più generale cura della salute della persona affidata al MMG. Assicurare una continuità di cura è possibile laddove si consolidano i rapporti tra medico di fiducia e servizio specialistico ambulatoriale/domiciliare, a partire dalla collaborazione / consulenza per gli assistiti che non necessitano di cure specialistiche continuative. Se da una parte la presa in carico specialistica resta un opzione per i casi più impegnativi, dall'altra la relazione tra la persona e il suo medico di fiducia si inscrive in una relazione che diventa storia (biografia) della sua salute, nella quale sono inclusi gli eventi di criticità e i tempi della cronicità.

4) la presa in carico

tre sono i fattori concomitanti che definiscono la presa in carico di una persona fragile:

1.

 

 

il case manager; la figura primaria di riferimento per la persona e per la rete curante;

2.

 

 

il progetto individuale; l'insieme di interventi, attività, servizi che compongono i percorsi di cura

     e riabilitazione

 

;

3.

 

 

le risorse assegnate, provenienti dalle diverse fonti, comprese quelle eventualmente a carico

     della persona stessa.

La presa in carico dunque è un progetto completo di azioni, risorse e persone coinvolte e chi la esercita (UVM, Ambulatori specialistici, medico di famiglia...) deve evidenziarle tutte, evitando di separare, per esempio, la spesa e le sue fonti dal progetto individuale (e quindi dai costi).